Un giorno di regno, ossia il finto Stanislao (1840)

Prima rappresentazione: Milano. Teatro alla Scala, 5 settembre 1840

Librettista: Felice Romani

Personaggi e interpreti
Il cavaliere di Belfiore (baritono): Raffaele Ferlotti; Il barone di Kelbar (basso): Raffaele Scalese ; La marchesa Del Poggio (soprano): Antonietta Rainieri Marini; Giulietta di Kelbar (mezzosoprano): Luigia Abbadia; Edoardo di Sanval (tenore): Lorenzo Salvi; Il signor La Rocca (basso): Agostino Rovere; Il conte di Ivrea (tenore): Giuseppe Vaschetti; Delmonte (tenore): Napoleone Marconi

Il contesto storico-politico

Introduzione all’ascolto

“Sinfonia”. Orchestra e Coro del Teatro “La Fenice”, Concerto di Capodanno 2012

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ATTO I
Nel castello del decaduto barone di Kelbar si stanno per celebrare due sposalizi: quello di sua figlia Giulietta col tesoriere Della Rocca e quello della marchesa Del Poggio col conte di Ivrea. Ospite di Kelbar è il re di Polonia, Stanislao, in realtà il cavalier Belfiore (baritono), già fidanzato della marchesa, che si è prestato alla finzione per consentire al vero monarca di combattere i suoi nemici in incognito. Frattanto Edoardo, nipote spiantato del tesoriere e amante di Giulietta, è disperato e vuole arruolarsi sotto Stanislao. La marchesa, giunta al castello, vuole aiutare i due giovani al pari del finto re, che offre al tesoriere un importante incarico se rinuncia alle nozze. Quando il barone cerca Della Rocca per la sigla del contratto nuziale, questi rifiuta e tra i due scoppia un litigio furibondo. Compare il re, indignato per il troppo chiasso, lasciando costernato il barone per la figuraccia fatta coll’illustre ospite.

ATTO II
Edoardo confida ai servitori la sua tristezza. Il finto Stanislao concretizza l’offerta al tesoriere, che ha col barone un secondo litigio. In separata sede, la marchesa Del Poggio e il sedicente re si affrontano in una serie di schermaglie. La donna pensa di riconoscere l’antico amante, ma Belfiore insiste nella finzione. Viene annunciato il conte di Ivrea e l’imminente matrimonio della marchesa, mentre Edoardo si dispera con Giulietta perché, se anche lo zio rinunciasse a lei, egli dovrebbe arruolarsi comunque nell’esercito di Stanislao. Questi, sopraggiunto Ivrea, usa la sua autorità per impedire il matrimonio con la marchese Del Poggio. In extremis una lettera del vero Stanislao chiarisce il tutto, esonerando il cavaliere dalla simulazione, ma non prima che egli abbia strappato al barone, con un’ultima imposizione, il consenso a maritare Giulietta a Edoardo. Le due nozze iniziali si faranno, ma con mariti diversi: tra il tripudio generale la marchese Del Poggio andrà sposa a il cavalier Belfiore, mentre Giulietta si unirà a Edoardo. Al barone, al tesoriere e al conte di Ivrea non resterà che fare buon viso a cattivo gioco.