Prima rappresentazione: Trieste. Teatro Grande, 25 ottobre 1848
Librettista: Francesco Maria Piave
Personaggi e interpreti
Corrado: (tenore) Gaetano Fraschini; Medora: (soprano) Carolina Rapazzini; Gulnara: (soprano) Marianna Barbieri-Nini; Selimo: (tenore) Giovanni Petrovich; Seid: (baritono) Achille De Bassini; Giovanni: (basso) Giovanni Volpini; un eunuco: (tenore) Francesco Cucchiari; uno schiavo: (tenore) Stefano Albanassich
La scena si svolge nel mar Egeo. Epoca: inizi del XlX secolo
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ATTO I
In un’isola dell’Egeo, Corrado, capo dei Corsari, dopo aver letto un messaggio consegnatogli dal fido compagno Giovanni, ordina ai suoi di prepararsi a una spedizione contro i musulmani.
Nelle stanze della vecchia torre, Medora suona con l’arpa un triste motivo. Informata della partenza, fra le lacrime, la fanciulla implora il giovane di non levare l’ancora, ma le sue preghiere cadono inascoltate.
ATTO II
Nella città turca di Corone, il pascià Seid viene a sapere dell’imminente attacco dei Corsari e, incurante, festeggia in anticipo la sua vittoria. Al banchetto partecipa anche la sua favorita, l’infelice Gulnara, che in segreto odia Seid. Giungono i corsari e Corrado, introdottosi nel padiglione del banchetto sotto mentite spoglie, si rivela, chiamando i suoi alla battaglia. Il combattimento si risolve in favore di Seid, che condanna a morte il corsaro nonostante Gulnara, innamoratasi di lui, chieda che sia graziato.
ATTO III
Raggiunto Corrado in prigione, Gulnara gli propone l’assassinio del pascià in cambio della libertà, ma il corsaro rifiuta. La schiava allora uccide Seid di propria mano e fugge con Corrado. Nel frattempo, sulla spiaggia dell’isola dei Corsari, Medora si è avvelenata temendo di non rivedere più l’amato. Corrado ritorna in tempo per accogliere fra le braccia Medora morente. Il Corsaro, straziato dal dolore, si suicida gettandosi dalla scogliera.