Verdi e il suo tempo

La vita di Giuseppe Verdi e i suoi rapporti con il mondo culturale e politico del tempo. Una vicenda sofferta, come suggerisce il titolo coniato dall’anglista Gabriele Baldini per la sua biografia verdiana. Si trattò infatti di battaglia, non solo per i lutti familiari che afflissero il compositore nel periodo dal 1838 al 1840, ma anche per l’incessante conflitto da lui vissuto nello sforzo di armonizzare la sfera privata con quella pubblica e artistica, l’aspirazione alla solitudine e  l’abbagliante luce dei riflettori.

Anche la stessa popolarità, conquistata a duro prezzo dal compositore emiliano, se da un lato gli permise di assicurarsi enormi guadagni e di assurgere addirittura a simbolo di una cruciale stagione politica del nostro Paese, dall’altra contribuì allo snobistico isolamento perpetrato ai suoi danni dalla nutrita accòlita di maître à penser che, fino al secondo dopoguerra, non gli perdonò il verace antintellettualismo di alcune tra le sue pagine musicali più celebrate. Solo a partire dagli anni Cinquanta del Novecento, grazie a personalità del calibro di Moravia, Sanguineti e dello stesso Baldini, verrà fatta giustizia di questo equivoco, mettendo fine una volta per tutte all’ennesima “battaglia” che – addirittura post mortem – dovette affrontare il “villanello delle Roncole”.
La sezione “Verdi e il suo tempo” è caratterizzata da due percorsi fra loro correlati: l’uno incentrato sulla biografia di Verdi (scandita attraverso le fasi salienti del percorso artistico del Maestro) e l’altro su una dettagliata panoramica dei personaggi che – sia per motivi professionali che affettivi – gravitarono nella sua orbita.