Un ballo in maschera (1859)

Prima rappresentazione: Roma. Teatro Apollo, 17 febbraio 1859

Librettista: Antonio Somma

Personaggi e interpreti
Riccardo: (tenore) Gaetano Fraschini; Amelia: (soprano) Eugenia Julienne Dejean; Renato: (baritono) Leone Giraldoni; Oscar: (soprano) Pamela Scotti ; Ulrica: (contralto) Zelina Sbriscia; un giudice: (tenore) Giuseppe Bazzoli; Silvano: (basso) Stefano Santucci; un servo di Amelia: (tenore) Luigi Fossi; Samuel: (basso) Cesare Rossi; Tom: (basso) Giovanni Bernardoni

Direttore d’orchestra: Emilio Angelini

L’azione si svolge a Boston alla fine del XVII secolo

Il contesto storico-politico

Introduzione all’ascolto

Introduzione all’ascolto: per saperne di più

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ATTO I
Il conte Riccardo, saggio e illuminato governatore di Boston, è innamorato di Amelia e ne è segretamente corrisposto. Amelia è la moglie del creolo Renato, suo segretario ed amico carissimo. Riccardo sta leggendo febbrilmente la lista degli invitati al gran ballo in maschera che egli stesso ha organizzato per il giorno dopo per controllare che il nome di Amelia sia presente. Quando arriva nella sua stanza l’amico Renato, Riccardo sussulta, temendo di essere stato scoperto nei suoi più intimi sentimenti. Ma Renato ha altro in mente: è giunto per avvertirlo che si sta preparando una congiura contro di lui da parte di un piccolo gruppo, guidato da Samuel e Tom. Intanto, tra le sentenze da firmare, Riccardo trova la richiesta di un giudice di condannare all’esilio la maga Ulrica, ma il governatore preferisce andare a conoscerla di persona insieme a tutta la corte in abiti da popolani. Accompagnato da Oscar – suo giovane paggio – e da un gruppo di amici, Riccardo si reca travestito da pescatore nell’antro della maga. Dopo aver assistito ad alcune profezie, Riccardo ascolta di nascosto il colloquio tra Ulrica ed Amelia, dalla quale la donna si è recata per chiedere un rimedio con cui sanare il suo amore illecito per il governatore. Ulrica le consiglia di recarsi a mezzanotte in un campo malfamato presso il luogo dei supplizi, dove potrà raccogliere un’erba magica. Uscita Amelia ed entrati i cortigiani travestiti, Riccardo chiede a Ulrica di predirgli il futuro. La profezia è infausta: tra breve egli sarà da chi per primo che gli stringerà la mano. Riccardo, tra lo stupito e il divertito, chiede a tutti i presenti, tra i quali vi sono anche Samuel e Tom, nemici giurati del conte, di stringergli la mano, ma tutti rifiutano. L’arrivo di Renato e la sua amichevole stretta di mano sembrano tuttavia fugare ogni timore: gli stessi Samuel e Tom pensano che la profezia sia falsa, in quanto è impossibile che Renato, il più fido amico di Riccardo, possa tradirlo. Riccardo, ilare, prende in giro le doti divinatorie della maga che, tra l’altro, nulla ha previsto della minaccia di esilio che pende sul suo stesso capo. Ulrica, che ha riconosciuto il conte Riccardo, accetta comunque la ricompensa che questi le offre. Il clima di giubilo generale è però offuscato dai perduranti timori della maga sulla sorte del conte.

ATTO II
È notte. Riccardo raggiunge Amelia, alla ricerca dell’erba magica nel campo desolato e, durante un colloquio serrato, le strappa la confessione del suo amore. I due si gettano l’una nelle braccia dell’altro, ma ecco sopraggiungere Renato, sulle tracce dei congiurati che stanno per tendere un agguato al conte. Renato non riconosce la moglie, che si è coperta il volto con un velo, ed esorta l’amico a fuggire. Riccardo accetta, dopo aver ottenuto da Renato la solenne promessa che riaccompagnerà la donna velata fino alle porte della città, senza mai rivolgerle la parola. Sopraggiungono i congiurati che, delusi nel trovare il segretario in luogo del governatore, vogliono almeno scoprire il volto della misteriosa donna. Renato si oppone, mettendo la mano alla spada, e Amelia, frapponendosi per evitare il duello, lascia cadere il velo. La vista della moglie tramortisce Renato e desta l’ilarità nei congiurati, che scherzano pesantemente sulla situazione. Renato, sopraffatto da odio e vergogna, decide di convocare a casa sua Samuel, Tom e i loro seguaci per allearsi con loro. Quindi – senza più rivolgerle lo sguardo e con l’animo plumbeo– riconduce Amelia in città.

ATTO III
La mattina seguente, dopo un drammatico faccia a faccia, condanna la moglie a morte, ma la donna gli chiede di concederle almeno un ultimo saluto all’amato figlio. Renato glielo accorda, ma, rimasto solo, si fa largo rapidamente in lui una nuova determinazione; non Amelia dovrà morire, ma il fedifrago conte, amico traditore. Sopraggiungono Samuel e Tom e Renato si accorda con loro per uccidere Riccardo e per convincerli della propria buona fede, offre in pegno la vita del figlio. Obbliga quindi Amelia a estrarre da un’urna il nome dell’assassino, e la donna, sconvolta, estrae proprio quello del marito. Giunge Oscar recando l’invito al ballo in maschera che si terrà nel palazzo del conte e i congiurati decidono che sarà quella l’occasione più adatta per mettere a segno il loro piano. Intanto Riccardo ha deciso a rinunciare al suo amore impossibile e firma l’ordine di rimpatrio in Inghilterra per Amelia e Renato, prima di recarsi alla festa. Con un’astuzia Renato riesce a farsi descrivere da Oscar il costume del governatore e proprio mentre Amelia sta scambiando l’ultimo addio con l’uomo amato (entrambi non hanno resistito alla tentazione di incontrarsi un’ultima volta), Renato gli si avvicina mascherato e lo trafigge con un pugnale. Riccardo muore fra la disperazione dei suoi sudditi e il crescente rimorso di Renato, dopo aver ribadito di fronte a tutti l’innocenza di Amelia e perdonato magnanimamente il suo amico di un tempo.