(Udine, 28 agosto 1809 – Venezia, 8 agosto 1865) Avvocato e drammaturgo, si stabilì a Venezia nel corso della Prima guerra d’indipendenza (nel 1849 fu membro dell’Assemblea della Repubblica Veneta), dove conobbe alcuni tra gli amici e collaboratori più fidati di Verdi, tra i quali Francesco Maria Piave, Guglielmo Brenna, Cesare Vigna e Antonio Gallo. Nell’aprile del 1853 Somma propose a Verdi alcuni soggetti da adattare a libretto, ma il Maestro preferì coinvolgerlo nella versificazione di un Re Lear precedentemente abbozzato da Salvadore Cammarano, che Verdi – nonostante avesse acquistato per duemila lire austriache le due versioni del libretto di Somma – non arrivò mai a mettere in musica. Sfumato il progetto di Re Lear, nel marzo 1855 Verdi chiese a Somma di individuare un soggetto originale a forti tinte sentimentali. Dopo due anni di indugi, lo stesso compositore scelse Gustave III, ou Le Bal masqué di Eugène Scribe, titolo che Somma si sarebbe limitato a tradurre e versificare. Il ruolo marginale nella composizione di Un ballo in maschera, oltre ai numerosi condizionamenti imposti dalla censura napoletana, spinsero Somma a rinunciare alla paternità autoriale del libretto; decisione, quest’ultima, ribadita anche in occasione dell’allestimento romano al Teatro Apollo del 17 febbraio 1859, quando l’avvocato venne chiamato in causa per apportare alcune modifiche all’originario libretto partenopeo.