Giulia Samoyloff (Julija Pavlovna Samojlova)
(San Pietroburgo?, 1803 – Parigi, 1875) Nobile di origini russe, suo padre fu uno dei congiurati uccisori dello zar Paolo I, mentre la madre annoverò tra i suoi avi la zarina Caterina I. Giulia Samoyloff, amante dello zar Nicola, arrivò a Milano all’età di trent’anni, vedova del conte Samoyloff. Sin dai primi tempi del soggiorno milanese fece parlare di sé per i suoi atteggiamenti eccentrici e bizzarri, collezionando amanti tra aristocratici e musicisti. Acquistò un palazzo nobiliare al Borgo Nuovo n° 1531, nel quale fece costruire una piccola sala teatrale, in cui si esibirono artisti del calibro di Franz Liszt e Giuditta Pasta. Alessandro Sanquirico decorò un salone del palazzo Samoyloff in occasione di una faraonica festa in costume organizzata dalla nobildonna russa. Non potendo avere figli, la Samoyloff adottò tre bambine, tra le quali una figlia del compositore Giovanni Pacini, anch’egli amante della contessa. La stessa Giulia Samoyloff orchestrò la gazzarra antibelliniana alla prima milanese della Norma il 26 dicembre 1831. L’editore Ricordi nel 1845 le dedicò lo spartito della Giovanna d’Arco di Verdi. Nel 1848 la contessa lasciò Milano per stabilirsi a Parigi.