Muzio Emanuele

amore_a100Emanuele Muzio

(Zibello, Parma, 24 agosto 1821 – Parigi, 26 novembre 1890) Direttore d’orchestra e compositore, fu allievo e collaboratore di Verdi. Così come il Maestro, anche Muzio mosse i suoi primi passi nel mondo della musica grazie agli insegnamenti di Ferdinando Provesi, per poi seguire le lezioni di Giovanni Ferrari, che ingaggiò con Verdi un’accesa sfida per accaparrarsi il posto da organista lasciato vacante da Provesi presso la Collegiata di San Bartolomeo di Busseto. Ad accomunare i destini di Verdi e Muzio contribuirono le difficoltà economiche attraversate da quest’ultimo nel 1843, quando, grazie all’aiuto di Antonio Barezzi – oltre ad un congruo prestito del Monte di Pietà – Muzio riuscì a studiare a Milano sotto la guida del conterraneo Verdi, che gli impartì gratuitamente lezioni di armonia e contrappunto e gli permise nel 1847 di collaborare alla messa in scena di Macbeth (Firenze, Teatro della Pergola, 14 marzo) e de I masnadieri (Londra, Her Majesty’s Theatre, 22 luglio). L’8 aprile 1851 venne rappresentata al Théâtre du Cirque Royal di Bruxelles la prima opera di Muzio, Giovanna la Pazza, dedicata dallo stesso compositore ad Antonio Barezzi. La fredda accoglienza tributata all’opera nell’allestimento milanese al Teatro alla Canobbiana (operazione favorita dall’intervento di Verdi), seguìta dalla prova opaca del suo secondo lavoro, Claudia, segnarono inesorabilmente l’uscita di Muzio dai grandi circuiti operistici. Decisamente più ricca di soddisfazioni fu la carriera internazionale dell’Emiliano come direttore di coro e d’orchestra: dopo un’esaltante stagione in Gran Bretagna (1858), Muzio si trasferì per otto anni negli Stati Uniti, dirigendo – oltre a numerose opere di Rossini, Donizetti, Bellini e Mayr – in prima esecuzione americana Un ballo in maschera (New York Academy of Music, 11 febbraio 1861). Verdi pensò di affidare a Muzio la direzione della prima di Aida a Il Cairo, ma l’ex allievo declinò l’invito motivandolo con precedenti incomprensioni maturate in ambiente cairota all’epoca della sua collaborazione con il Teatro Khediviale. Nonostante il clamoroso rifiuto incassato, Verdi caldeggiò l’assunzione di Muzio come direttore e organizzatore di spettacoli al Théâtre Italien di Parigi, ruolo, peraltro, che l’allievo di Verdi non riuscì mai a ricoprire a causa dello scoppio della guerra franco-prussiana. Muzio riprese allora l’attività di maestro di canto (ebbe tra i suoi allievi anche le sorelle Patti), in attesa di tornare oltreoceano dal 1873 al 1875, anni in cui diresse nelle principali città statunitensi, facendo conoscere per la prima volta al pubblico newyorkese Lohengrin di Wagner (Academy of Music, 23 marzo 1874). Nel suo continuo peregrinare fra le due sponde dell’Atlantico (la sua ultima direzione fu nel 1879 a L’Avana), Muzio ebbe modo di conoscere nel 1882 a Parigi il pittore Giovanni Boldini, il quale eseguì un ritratto del musicista. Nella primavera del 1886 fu lo stesso Muzio ad organizzare la seduta nell’atelier parigino di Boldini durante la quale nacque il primo ritratto di Verdi (Milano, Casa di Riposo), replicato pochi giorni dopo nel celebre dipinto conservato presso la Galleria d’Arte Moderna di Roma. A testimonianza della grande amicizia con Verdi, un mese prima di morire Muzio nominò il Maestro come proprio esecutore testamentario.