(Il Cairo, 1830 – Costantinopoli, 1895) Primo khedivê d’Egitto, grande appassionato di opera verdiana (il 19 agosto 1867 assistette ad una recita parigina di Don Carlos) , commissionò al Maestro un inno per l’inaugurazione del nuovo teatro d’opera del Cairo (1° novembre 1869), incassando tuttavia il categorico rifiuto di Verdi, refrattario alla scrittura di musiche d’occasione. Fallito questo tentativo, Ismail Pascià celebrò l’evento ripiegando su un nuovo allestimento di Rigoletto, sotto la direzione di Emanuele Muzio. Due settimane più tardi fu l’apertura del Canale di Suez (17 novembre 1869) a fornirgli il pretesto per avanzare una nuova proposta a Verdi attraverso l’intermediazione del suo luogotenente in Europa Paul Draneth Bey che possedeva una splendida villa (Villa Pascià) a Oggebbio sul lago Maggiore. La proposta di Isamil Pascià concerneva la composizione di un’opera nazionale che potesse «costituire uno dei ricordi più preziosi del suo regno». Il Bussetano accettò la commissione e Aida – dopo alcuni rinvii causati dallo scoppio del conflitto franco-prussiano, che ostacolò il trasporto di scene e costumi da Parigi – andò in scena al teatro dell’opera del Cairo il 24 dicembre 1871. A Verdi in questa circostanza venne conferita, su iniziativa dello stesso Ismail Pascià, l’onorificenza di Commendatore dell’Ordine ottomano. Impegnato a modernizzare il paese, Ismail Pascià fu poi travolto da un pauroso debito pubblico per fronteggiare il quale vendette alla Gran Bretagna le sue azioni del Canale di Suez (1875) e fu costretto ad abdicare a favore del figlio Taufiq.