Merelli Bartolomeo

Bartolomeo MerelliBartolomeo Merelli

(Bergamo, 19 maggio 1794 – Milano, 3 o 4 aprile 1879) Agente teatrale, cominciò la sua attività nel 1830, diventando impresario del Kärntnertortheater di Vienna e del Teatro alla Scala nel 1836. Merelli si distinse dagli impresari che lo precedettero nella gestione della Scala per la riforma da lui realizzata in ambito orchestrale, dove introdusse nella sola stagione di Carnevale del 1837 ben dodici nuovi strumentisti, dei quali furono richiesti gli attestati d’idoneità al censore del conservatorio Nicola Vaccaj. Questa politica culturale portò Merelli a valorizzare la scrittura musicale di Verdi, la cui prima opera, Oberto conte di San Bonifacio, andò in scena alla Scala il 17 novembre 1839 grazie all’iniziativa dell’impresario bergamasco, sollecitato dai giudizi lusinghieri della Strepponi sul giovane compositore emiliano. L’anno successivo l’impresario commissionò a Verdi un’opera buffa, Un giorno di regno (5 settembre 1840), che venne accolta con estrema freddezza dal pubblico scaligero. Nonostante l’insuccesso, Merelli fornì a Verdi un’altra chance, inserendo nel cartellone – inaspettatamente, visto che l’opera non venne menzionata alla presentazione ufficiale della stagione di Carnevale e Quaresima del 1841 – Nabucco, che andò in scena il 9 marzo 1842. I Lombardi alla prima Crociata (11 febbraio 1843) e Giovanna d’Arco (15 febbraio 1845) furono le ultime due opere scaturite dal sodalizio tra Verdi e Merelli. Dissapori di varia natura – tra i quali la scarsa attenzione dell’impresario alla qualità delle esecuzioni e degli allestimenti, oltre alla cessione all’editore Ricordi, da parte dello stesso agente teatrale, della proprietà di Giovanna d’Arco, tenendone all’oscuro Verdi – portarono ad un’insanabile rottura tra i due.