(Parigi, 20 aprile 1808 – Chislehurst, 9 gennaio 1873) Il primo incontro fra il futuro imperatore di Francia e Verdi avvenne in occasione del debutto londinese de I masnadieri (22 luglio 1847), circostanza in cui, oltre ad incontrare Mazzini, Verdi si intrattenne a cena con il transalpino, all’epoca in esilio in Inghilterra. Nominato imperatore dei francesi il 2 dicembre 1852, conferì a Verdi la Légion d’honneur, che sarà recapitata al Maestro – in quel periodo tornato a Sant’Agata – brevi manu da Escudier. Nel 1856 ospitò Verdi nella sua tenuta di Compiègne; lo stesso sovrano il 13 gennaio 1858 subì un attentato – peraltro fallito – che inasprì la censura nei confronti dei libretti d’opera, spesso accusati – vedi i casi eclatanti di Un ballo in maschera e Rigoletto – di fomentare l’odio verso il potere costituito. Dopo le tragiche vicende di Villafranca e la protezione francese allo Stato Pontificio, Verdi preferì prendere le distanze da Napoleone III. Ciò non impedì comunque al compositore emiliano, appresa la notizia della morte dell’imperatore, di donare 200 lire per una sottoscrizione promossa dall’allora sindaco di Milano, Gaetano Negri, attraverso la quale sarebbe stato eretto un monumento in onore di Napoleone III.