Montecatini

L’anziano Verdi fu un assiduo frequentatore della località termale in provincia di Pistoia dall’estate del 1882 a quella del 1899 (eccezion fatta per il 1896), spesso accompagnato da Giuseppina Strepponi, più occasionalmente da Teresa Stolz e Barberina Strepponi, sorella minore della propria consorte. L’iniziale scetticismo del Maestro rispetto all’efficacia delle idroterapie di Montecatini («Dumque è deciso! Andremo a purificarci come dice la Peppina. Parola d’onore mi vien da ridere pensando a questa poetica cura» – confidò alla Stolz in una lettera inviata nei primi di giugno del 1882) lasciò spazio ad una vera e propria passione senile per le terme leopoldine, presso le quali Verdi dedicò parte del suo tempo anche alla composizione di alcune pagine di Otello. Sempre da Montecatini, Il 7 luglio 1889 il Maestro manifestò a Boito le proprie perplessità riguardo al progetto sul Falstaff: «[…] Avete mai pensato alla cifra enorme de’ miei anni? So bene che mi risponderete esagerando lo stato di mia salute, buono, ottimo, robusto… E sia pur così: ciò malgrado converrete meco che potrei essere tacciato di grande temerità nell’assumermi tanto incarico. E se non reggessi alla fatica? E se non arrivassi a finire la musica?». Tre giorni più tardi, a conferma della sua vibrante tenacia, Verdi rassicurò il librettista dal buen retiro toscano: «Amen; e così sia! Facciamo addunque Falstaff! Non pensiamo pel momento agli ostacoli, all’età, alle malattie! […]»